Luna: a febbraio 2022 riprende la corsa degli Stati Uniti

Luna: a febbraio 2022 riprende la corsa degli Stati Uniti

Luna: a febbraio 2022 riprende la corsa degli Stati Uniti


di Anna Lisa Bonfranceschi

(Foto: Nasa)

Artemis II: il primo equipaggio lunare

Mentre Artemis I si avvia alle ultime fasi di preparazione prima del lancio di febbraio, proseguono anche i lavori per le missioni che arriveranno dopo e che porteranno il programma Artemis nel vivo. Con Artemis II, infatti, gli astronauti torneranno a volare dalle parti della Luna, limitandosi però a guardarla da lontano (nessuno sbarco), a più di 7mila chilometri dalla faccia nascosta, nel corso di una missione della durata di una decina di giorni in tutto. 

Durante Artemis II l’equipaggio si dedicherà a testare il pilotaggio manuale della capsula Orion, dopo la separazione dall’Interim cryogenic propulsion stage (Icps), uno stadio a ossigeno e idrogeno liquido, usato anche durante la Artemis I. Nella prima missione però l’Icps servirà per spingere la capsula verso la Luna, mentre in Artemis II la porterà in un’alta orbita terrestre, prima di essere usato come bersaglio per le operazioni manuali e sarà invece l’European Service Module a portare la Orion nell’orbita translunare, ricordano dall’Agenzia spaziale europea (Esa). 

E proprio l’Icps è il primo pezzo del razzo di Artemis II a essere arrivato in Florida, lo scorso agosto. La presenza dell’equipaggio a bordo servirà anche per testare i vari sistemi di comunicazione così come, più banalmente, quelli di supporto vitali, anche durante le previste attività di esercizio fisico degli astronauti. Partenza: 2023.

(Foto: Nasa)

Artemis III: il ritorno sulla Luna

E arriviamo al 2024, il culmine del programma Artemis, con Artemis III la missione che riporterà l’uomo, e la prima donna, a calpestare il suolo lunare. Un’anteprima di quello che sarà poi possibile effettuare, in maniera più strutturata, sfruttando il Gateway, la base orbitante a a 380mila chilometri dalla Terra, una nuova dimora nello Spazio da utilizzare come base per l’esplorazione della Luna e del Sistema solare. Dopo le discussioni con diversi partner commerciali, la Nasa la scorsa primavera ha fatto sapere di aver individuato nella Starship di Space X, un sistema completamente riutilizzabile, lo Human Landing System che porterà due astronauti americani di nuovo sulla Luna. 

Nell’ultimo aggiornamento sul programma Artemis rilasciato dalla Nasa non si parla ancora di un sito ben definito di allunaggio, ma ci si limita a tracciarne le caratteristiche richieste: adeguata illuminazione solare per garantire luce come fonte di energia e ridotti sbalzi termici, posizionamento ideale per assicurare comunicazioni con la Terra, terreno adatto sia al landing che a passeggiate lunari che al movimento di rover, e ancora vicinanza a zone perennemente in ombra quali possibili fonte di ghiaccio. Qualche indizio ricercato potrebbe arrivare dalle perlustrazioni di Viper, il rover parte del programma Artemis per cui da poco è stato reso noto il sito di allunaggio: in prossimità del Cratere Nobile al polo sud lunare, una delle aree più fredde del Sistema solare, ricordano dall’agenzia. Per ora, il piano prevede di consentire ai primi astronauti che rimetteranno piede sulla Luna almeno quattro attività extra-veicolari, durante le quali è previsto il recupero di una trentina di chili di campioni lunari da riportare a Terra. Tutto questo sta per ricominciare con Artemis I. E manca poco.



Source link
www.wired.it
2021-11-01 06:00:00

Previous Con il Recovery possibile un milione di nuovi posti di lavoro “verdi” nelle città italiane

Leave Your Comment